L'atteso convegno a tema "Tutela delle Denominazioni Vinicole e Ruolo dei Consorzi", presieduto da Cino Cinughi de Pazzi, presidente e rappresentante del Consorzio Chianti Colli Senesi e Massimo Guasconi, presidente dell'ente camerale cittadino, ha visto la prestigiosa partecipazione del Presidente del Parlamento europeo, On. Antonio Tajani, classe 1953, laureato in giurisprudenza alla sapienza di Roma e ufficiale dell’aeronautica militare italiana, personalità di spicco con alle spalle una lunga carriera professionale, sia come giornalista, che come uomo di politica. Come massima autorità dell’Unione europea, è stato quindi chiesto a Tajani di illustrare la sua visione in merito alla tutela delle denominazioni vinicole, visto che per quanto riguarda il vino toscano, si parla di una produzione vinicola che viene venduta prevalentemente all’estero, con una la percentuale di esportazione che supera il 60%, in costante crescita complice anche il calo dei consumi interni. Dopo il benvenuto agli ospiti intervenuti al convegno, da parte del presidente della Camera di Commercio Massimo Guasconi, che ha illustrato i dati riguardanti il comparto vinicolo, Cinughi ha introdotto la tematica parlando del ruolo che i vari consorzi svolgono da sempre nella valorizzazione della produzione vitivinicola, sottolineando quanto questa lavoro di promozione sia importante per lo stesso territorio. Per quanto riguarda Siena poi, la riconoscibilità del prodotto e soprattutto l’associazione ad un territorio è per i produttori dei Colli Senesi un argomento di vitale importanza. Difatti, in questa provincia sono presenti ben 5 docg, fra le più importanti e conosciute d’Italia, di cui, quella del Chianti Colli Senesi, è l’unica che riporta il toponimo “Siena” ed è parte della più ampia zona del Chianti. Ad ogni modo, sebbene vini di buona qualità siano ormai prodotti in molte parti del mondo e a costi più bassi rispetto a quelli italiani, a differenza delle altre zone di produzione, l'Italia e la Toscana in particolare si trovano avvantaggiate per due motivi: il primo è l'eredità lasciataci dagli etruschi in fatto di produzione vinicola, un "know how storico" molto importante; il secondo è la ricchezza di vitigni autoctoni in parte ancora da riscoprire, ma capaci di dare al prodotto una personalità ben distinguibile dai prodotti a base di soli vitigni internazionali.
"Il legame con il territorio e quindi la denominazione, è un plus al quale non è possibile rinunciare - dice Cinughi - Purtroppo l’agropirateria ci colpisce duramente. Molti sono i falsi, falsi che purtroppo in qualche caso sono addirittura legali perché certi paesi non riconoscono e non tutelano le denominazioni, per falle della legislazione o per accordi commerciali fatti male. La cosa peggiore sono le storpiature dei nomi che inducono in errore consumatori esteri o meno attenti . Il compito dei consorzi deve allora essere in primis quello della promozione, per far conoscere il vino e il territorio a fasce sempre più ampie di consumatori soprattutto quelli di paesi che per cultura e per tradizioni non conoscevano il prodotto. Per una efficace vigilanza, c’è bisogno di regole che siano certe, semplici ed applicabili. Confidiamo che nei prossimi accordi commerciali che l’Unione Europea e gli Stati faranno con nuovi Paesi o la revisione di quelli già esistenti tutelino l’agricoltura e la vitivinicoltura come meritano." In merito ai problemi di natura amministrativa poi, Cinughi ha chiesto a Tajani quale secondo lui potrebbe essere una via utile a snellire l'eccessiva burocratizzazione che sta danneggiando soprattutto le imprese di dimensioni più piccole. "I registri telematici recentemente introdotti costituiscono delle complicazioni delle procedure che non aiutano certamente a produrre meglio o a diminuire gli abusi - dice Cinughi, sostenendo che il lavoro del produttore deve essere in vigna e non in ufficio.
Durante il convegno inoltre, si sono alternati altri due interessanti interventi, quello del Dott. Fabio Modi, Direttore Toscana Certificazione Agroalimentare e quello di Letizia Cesani, presidente Consorzio Vino Vernaccia. Il direttore della TCA, ha illustrato l'operato del suo ente, quale organo di controllo per la denominazione Chianti, con i suoi rigorosi controlli sulla filiera vitivinicola, nell'interesse sia dei produttori che dei consumatori, con dei costi che sono più bassi rispetto a quelli di altre agenzie. Il presidente Consorzio Vino Vernaccia Cesani ha invece sottolineato il fatto che il consorzio Vino Vernaccia sia il consorzio che rappresenta l'unico vino bianco Dop esistente in provincia di Siena, un "unicum" da preservare e valorizzare in tutta la sua essenza, sia come territorio che come prodotto, le cui vendite sono prevalentemente estere.
Come era previsto, Tajani ha dimostrato molto interesse per la tematica, sottolineando quanto sia di fondamentale importanza il lavoro svolto dai consorzi in tema di promozione e valorizzazione dei prodotti del territorio e facendo presente che nei prossimi anni verrano stanziati importanti fondi europei per l'agricoltura, sottolineando il suo dovere di tutelare questa importante fetta dell'economia reale, per dare il contributo italiano all'Unione Europea, che ben conosce i problemi riguardanti della tutela delle Dop, strutture di interesse fondamentale per l'Italia, visto che la maggior parte delle denominazioni del settore agroalimentare sono proprio italiane. "Per quanto riguarda le violazioni accertate sulla Dop Chianti e di tutto il settore dell'agroalimentare, a livello europeo c'è adesso più che mai una grossa attenzione e i controlli per reprimere le frodi sono più che attivi. Inoltre - continua Tajani - come Presidente Parlamento europeo, sarà mia cura vigilare sui regolamenti comunitari che regolano la materia e sugli accordi commerciali che verranno stipulati con i paesi terzi." Oltre quindi alla previsione di un aumento dei fondi per l'agricoltura, in previsione per il periodo 2020 - 2027 anche una riforma per la PAC, la Politica Agricola Comune che rappresenta l'insieme delle regole che l'Unione europea, fin dalla sua nascita, ha inteso darsi riconoscendo la centralità del comparto agricolo per uno sviluppo equo e stabile dei Paesi membri.